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Sono solo quattro, finora, le Regioni che avrebbero dato notizia del recepimento del Piano Nazionale sulle liste d'attesa nei tempi previsti. A sottolinearlo, in un editoriale, è Tonino Aceti, portavoce della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (il più numeroso d’Italia ,oltre 450mila iscritti), che - alla scadenza della data di attuazione del Piano nazionale di governo delle liste di attesa 2019-2021  - fa il punto sulla sua applicazione nelle Regioni.

Attraverso una prima e rapida ricognizione svolta anche sul web (terminata il 19 aprile) - si legge nell'editoriale pubblicato sul sito della FNOPI -  le realtà regionali che sembrerebbero aver dato notizia del recepimento del Piano Nazionale entro  60 giorni dall’intesa Stato-Regioni, dunque entro il 22 aprile, sono solo Puglia, Marche, Emilia-Romagna, Valle D’Aosta. La Basilicata ha scelto per il momento la strada di accordi interaziendali aventi ad oggetto il recepimento del Piano Nazionale. Il Veneto e la Toscana invece dovrebbero procedere a strettissimo giro con il recepimento.  

“Alcune delle Regioni non citate – commenta Aceti - potrebbero aver già recepito e non dato comunicazione all’esterno, altre certamente saranno al lavoro per recepirlo a breve, altre ancora, invece, saranno più in ritardo. Proprio per questo, al fine di garantire l’effettività delle decisioni che lo Stato e le Regioni assumono, nonché pari opportunità di cura in tutto il Paese, sarebbe necessario che il Ministero della Salute, proprio per il suo ruolo di indirizzo, coordinamento e di verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, avviasse da subito una ricognizione stringente nei confronti delle Regioni sullo stato di recepimento del Piano Nazionale di Governo delle Liste di attesa e sull’adozione dei Piani Regionali, nonché sui motivi dei rallentamenti”. 

E Aceti sottolinea anche un altro aspetto importante sul quale occorre mantenere alta l’attenzione: il riparto tra le Regioni dei 350 milioni di euro stanziati con l’ultima Legge di Bilancio (150 milioni di euro per l’anno 2019, 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021) per l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie.

Risorse che dovevano essere ripartite da un decreto del ministro della Salute, di concerto con l’Economia e d’intesa con le Regioni da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della stessa legge Bilancio, ma “ad oggi – ricorda Aceti - ancora non si ha alcuna notizia in merito al riparto e il ritardo accumulato rispetto alla tabella di marcia indicata dalla Legge è già pari a 1,5 mesi”.

“L’effettiva e tempestiva attuazione in tutte le Regioni del Piano nazionale di Governo delle liste di attesa – è il commento del portavoce FNOPI - del Piano Nazionale della Cronicità, il rilancio degli investimenti nelle politiche del personale sanitario, l’innovazione dei modelli organizzativi del SSN, nonché la garanzia di un adeguato finanziamento del Servizio Sanitario Pubblico sono alcuni dei tasselli necessari per garantire una maggiore, più tempestiva ed equa accessibilità ai servizi sanitari. Temi, quelli dell’accessibilità e dell’equità, sui quali si gioca la fiducia dei cittadini nei confronti della Sanita Pubblica”.