Milano , 22 febbraio 2018 – Si è svolta oggi a Milano l’Assemblea di Assogenerici, l’associazione dei produttori di farmaci equivalenti e biosimilari, chiamata a rinnovare i propri organi istituzionali per il biennio 2018 - 2019.
Confermati, con qualche integrazione, tutti i vertici associativi: a guidare la squadra sarà ancora una volta Enrique Häusermann (EG SpA), confermato alla presidenza. Lo affincheranno, nel ruolo di vicepresidenti, Cinzia Falasco Volpin (Mylan SpA), con delega all’Area Medicinali generici e Alberto Giraudi (ABC Farmaceutici SpA), con delega all’Area delle PMI, nelle quali rientrano tutte le piccole e medie imprese del settore. Gli altri componenti del Consiglio di presidenza sono Stefano Collatina (Baxter SpA) vicepresidente - Area Medicinali Ospedalieri, Paolo Angeletti (Salf SpA) Vicepresidente - Area Produzione Industriale e Conto Terzi, e Manlio Florenzano (Sandoz SpA) vicepresidente per l’area dei medicinali biosimilari che continerà a coordinare l’Italian Biosimilar Group. Tesoriere è stato confermato Gualtiero Pasquarelli (DOC Generici Srl).
Nel discorso d’apertura Häusermann ha ribadito obiettivi e priorità dell’associazione per il prossimo biennio, riassumendo i contenuti del documento strategico che Assogenerici ha già fatto pervenire alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale in vista delle elezioni del 4 marzo.
“Negli ultimi anni abbiamo puntato ad accreditare Assogenerici nel ruolo di interlocutore e partner credibile da parte delle istituzioni e delle autorità di regolamentazione e di tutti gli stakeholders, con cui intratteniamo una costante attività di confronto e dialogo – ha detto. – Ora c’è da percorrere l’ultimo miglio: quello che renderà l’azione associativa ancora più incisiva nel raggiungimento degli obiettivi che giudichiamo irrinunciabili per il prossimo biennio”.
Obiettivi che il documento Assogenerici riassume in tre grandi capitoli.
In primis la governance, puntando a riattivare un cantiere troppe volte interrotto per garantire diritto di ciascuna impresa ad operare in un mercato in cui vi sia reale garanzia di equa concorrenza.
Tre gli interventi irrinunciabili citati in proposito dal presidente Assogenerici: “La compensazione sia tra i tetti di spesa sia tra questi ultimi e i fondi per i farmaci innovativi, prevedendo che qualsiasi eventuale avanzo debba essere utilizzato per la riduzione dei ripiani posti a carico delle imprese produttrici; la revisione dell’intero meccanismo di distribuzione del pay back, prevedendo meccanismi di calcolo del ripiano basati su un criterio certo di equità, quale quello della quota di mercato effettivamente coperta dall’impresa; l’obbligo di reinvestire nel capitolo della spesa farmaceutica tutti i risparmi derivanti dall’utilizzo dei farmaci equivalenti e biosimilari”.
A seguire tutte le criticità del regolatorio e degli incentivi alle imprese: “L’eccesso di procedure amministrative; la poca tempestività nelle risposte da parte della PA, i cavilli burocratici rimangono fattori debilitanti per aziende che operano in un settore altamente controllato e regolato come quello farmaceutico”, ha sottolineato Häusermann, che individua nella “eccessiva pressione sui prezzi, tra i più bassi d’Europa (64,7%) , nella competizione dei produttori extra-europei (47,1%) e nella indisponibilità di un piano di defiscalizzazione o di incentivi alle imprese medio-piccole per l’acquisto di macchinari e di fondi dedicati per supportare l’innovazione dei processi industriali e l’efficienza produttiva delle imprese” un vulnus specifico per il comparto degli equivalenti e dei biosimilari.
Un focus ad hoc, infine, sul canale ospedaliero di cui le aziende degli equivalenti coprono circa il 35% del fabbisogno, movimentando volumi elevatissimi, in molteplici casi in completa e definitiva assenza di competizione da parte delle aziende brand.
“A fronte dell’eccessiva pressione sui prezzi e al conseguente fenomeno dei lotti deserti nel nostro Paese si registra un costante rischio di carenze di fornitura e di extracosti per il Servizio sanitario nazionale - ha ricordato Häusermann. - In questo quadro, il sistema delle gare al massimo ribasso rischia di determinare la fuoriuscita dal mercato di numerose imprese, soprattutto Pmi, con una significativa riduzione del numero di aziende operanti e della possibilità di risparmio garantita fino a oggi dalla competizione tra imprese. Senza l’introduzione di adeguati correttivi restano pochi margini di sostenibilità nel lungo periodo - ha concluso. - E sarà l’intera spesa di settore ad entrare in crisi davvero”.
Nel segno della continuità anche l’azione che l’associazione intende proseguire sul tema dei biosimilari tramite l’Italian Biosimilars Group: “I farmaci biosimilari rappresentano una delle principali opportunità per il nostro SSN - ha spiegato il coordinatore dell’IBG, Manlio Florenzano - costituiscono una risorsa terapeutica essenziale per il trattamento di diverse malattie gravi e croniche e consentono di ampliare la platea dei pazienti che può accedere alle terapie innovative. Per questo è indispensabile assicurare una maggiore informazione ai pazienti e garantire un accesso omogeneo su tutto il territorio nazionale”.
“Perché questi prodotti possano esprimere al massimo le proprie potenzialità – ha proseguito Florenzano - sono essenziali regole più chiare e condivise di accesso al mercato, maggiore informazione scientifica indirizzata ai clinici e un maggiore coinvolgimento dei pazienti. Ma soprattutto è necessario che le risorse generate dal mercato dei biosimilari vengano reinvestite fino all’ultimo centesimo per garantire ai pazienti l’accesso ai farmaci innovativi. Questo traguardo - ha concluso - può essere raggiunto solo attraverso un dialogo condiviso con le istituzioni e tutti gli stakeholder del settore, con l’obiettivo della piena comprensione del valore di questa risorsa terapeutica al fine di proteggere i pazienti, specie i più deboli, dal rischio di un mancato accesso alle migliori cure”.